lunedì 12 ottobre 2015

La palestra di via Iseo, così Milano reagisce alla violenza delle mafie

La palestra Ripamonti di via Iseo, ad Affori
Palestra Ripamonti di via Iseo, Affori, ore 9 di domenica 11 ottobre 2015.

Varchiamo la soglia di questo impianto sportivo come fosse niente, ma già il fatto che oggi io e mio figlio si possa essere qui – lui deve giocare a basket in un quadrangolare organizzato per l'occasione dalla Pallacanestro Olimpia Milano – è un fatto eccezionale.

Quattro anni fa, qui, al posto di questa bella palestra nuova e fiammante, c'era un cumulo di macerie, dopo che fiamme cattive, di origine dolosa, se l'erano mangiata in poche ore.

Quella della palestra di via Iseo, ad Affori, è una storia brutta che si è trasformata, in questi ultimi mesi, in una storia bella. Nell'ottobre 2011 questo impianto era stato oggetto di un incendio doloso, di origine mafiosa. Qualche mese prima era stato messo sotto sequestro perché si era scoperto che era gestito da una società sportiva controllata dalla 'ndragheta. Un'azione che non era stata gradita da chi vorrebbe controllare la città e che aveva dunque voluto compiere un gesto intimidatorio di grande effetto, compiuto in un sabato pomeriggio, proprio mentre molte famiglie del quartiere stavano frequentando il centro sportivo (che comprende anche un campo da calcio/rugby, campi da tennis e una piscina).

E il risultato era stato ottenuto: la palestra era diventata inagibile e l'intero quartiere aveva perso un punto di riferimento prezioso, soprattutto per i giovani. Le macerie annerite, poi, stavano lì come una minaccia incombente. Le mamme non portavano nemmeno più i bambini nella vicina piscina, per paura di quello che era accaduto e per quello che sarebbe potuto accadere.


Una situazione inacettabile

Una situazione che non poteva essere accettata. Da qui la volontà dell'amministrazione comunale milanese di restituire al più presto l'impianto ai cittadini. Una restituzione che ha visto in ieri, domenica 11 ottobre,  la festa di inizio attività ufficiale della palestra, a quattro anni dall'incendio.

«Davanti alla violenza si dice sempre no e si va avanti tutti insieme», ha detto l'assessore allo Sport del Comune di Milano Chiara Bisconti rivolgendosi ai bambini, ai genitori, ai cittadini di Affori e di Milano.

Giusto, si vince tutti insieme, reagendo alla violenza e ristabilendo la normalità, sempre e comunque.


Combattere la violenza, senza ambiguità

Non so se mio figlio, che ha quasi 11 anni, ha capito l'importanza della sua partecipazione a questo piccolo torneo di basket.

Forse ieri, insieme ai suoi amici, dopo essersi divertito sul campo si è annoiato un po' ai discorsi dei grandi. Ma sono sicuro che un giorno gli tornerà in mente quella mattinata in cui – insieme a suo padre e ai suoi amici del basket – ha partecipato a un evento importante, storico, a un momento/simbolo prezioso per la città in cui è nato e in cui, forse, avrà deciso di vivere la sua vita.

Una città che non ha intenzione di arrendersi, che combatte a testa alta contro la violenza delle mafie senza paura, senza tentennamenti e, soprattutto, senza ambiguità.




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