lunedì 17 agosto 2015

Il valore di un pranzo

Milano vista dal Duomo
Qualche giorno fa, prima di partire per le ferie, in pausa pranzo sono andato a mangiare nel solito baretto.

Dire "solito" è però forse esagerato. Ci vado volentieri in primavera ed estate, con il caldo, perché ha il dehor posizionato in una delle piazzette più belle di Milano ed è un vero piacere, mangiare lì. Quest'anno sono riuscito ad andarci un po' di volte, mentre la scorsa estate, quella 2014, tra una pioggia e l'altra, era stato davvero difficile restare seduti lì, all'aperto.

Ho mangiato come al solito, ordinando ai soliti simpatici e gentili camerieri. Quando sono andato a pagare alla cassa, quando è stato il mio turno, il proprietario mi ha fatto lo scontrino e mi ha detto quanto gli dovevo. Poi ci ha pensato un attimo e ha detto no, che questa volta non dovevo pagare niente.

Non me l'aspettavo e tra lo stupito e il guardingo in una frazione di secondo mi sono chiesto, tra me e me, perché mi dice questo, quale secondo fine avrà?

Le cose che non hanno una spiegazione

Il proprietario del bar con il bel dehor, anche se sempre molto gentile, tende in genere ad apparire un po' "teso". C'è sempre molto da fare, lì, e probabilmente vuole avere tutto sott'occhio, per cui se qualcosa non funziona a dovere, anche con i clienti, si vede che fatica a tenere a bada i nervi. Anzi, a volte i nervi, a bada, non li tiene proprio.

Questi pensieri mi sono passati in un lampo per la testa, mentre osservavo il sorriso di chi mi stava parlando. Scusi non ho capito, ho detto, perché non vuole che paghi il pranzo? Così, ha risposto lui con noncuranza, perché ogni tanto si possono fare anche queste cose senza spiegazione... lei viene spesso qui e oggi mi va di non farle pagare il pranzo, tutto qui.

Ho biascicato un "grazie, davvero" quasi imbarazzato, ricambiando il sorriso. Poi ho anche aggiunto – che stupido! – che la settimana dopo non mi avrebbe visto, lì nel suo bar, perché stavo partendo per le vacanze (giustificazione non richiesta di una mia assenza che, ho pensato, sarebbe potuta apparire oltraggiosa se associata al bel gesto appena ricevuto).

Ho detto ancora grazie e sono uscito dal bar un po' confuso: un gesto del genere non me lo sarei mai aspettato. Ma mi sono ripreso in fretta e me ne sono tornato in ufficio sentendomi più leggero e pensando che mi piace davvero, ma davvero tanto, vivere in questa città.




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