mercoledì 26 agosto 2015

Balotelli è tornato al Milan, viva Balotelli!

Balotelli è tornato al Milan, viva Balotelli.

Sì, viva Balotelli, detto ad alta voce da un milanista, senza alcuna ironia.

Dire questo, oggi, è altamente impopolare, soprattutto tra i tifosi rossoneri. Balotelli non lo vuole nessuno, Balotelli non è un campione, Balotelli è un fannullone, Balotelli è un ragazzo viziato e impertinente.

Balotelli, si dice, è tutte queste cose qui, ma io sono davvero contento che sia tornato al Milan, così come ero arrabbiato quando lo scorso anno era stato venduto.

Perché? Per tanti motivi, che qui cerco di elencare cercando di smontare le accuse che gli vengono via via rivolte.

1. Balotelli non è un campione.  

E allora? Forse che il Milan di oggi sia infarcito di Campioni, quelli veri con la "C" maiuscola? Balotelli non è un leader, questo no, ma se messo in condizione di giocare può dare il suo apporto più di altri. Con un Milan a pezzi non è l'uomo che può prendersi la squadra sulle spalle, con un Milan che gira può dire la sua. E chi dice il contrario vada a vedersi le sue azioni più belle in Nazionale e nei vari club in cui ha giocato (escluso Liverpool, ovviamente... youtube ne è pieno). Dire che Balotelli è calcisticamente una sega non risponde al vero, è una volgare mistificazione della realtà.

2. Balotelli è un ragazzo viziato.  

Che scoperta! Da quando ha la maggiore età guadagna milioni di euro ogni anno, vive al di sopra dell'immaginabile. Osannato e super pagato, è così strano che un ragazzone di oggi – li conoscete i ragazzi di oggi? – abbia difficoltà a mantenere uno stile di vita normale, non caratterizzato da comportamenti sopra le righe? Se preso nella giusta maniera, credo comunque che questo suo modo di fare possa addirittura rappresentare un aspetto positivo per la squadra in cui milita. Che noia quegli spogliatoi dove tutti sono perfettini. Che noia quelle partite in cui ci sono solo soldatini che fanno il loro compitino senza fantasia, senza qualche lampo di sregolatezza...

3. Balotelli è pagato troppo per il suo valore. 

Può essere, ma è colpa sua? Ottiene forse gli ingaggi puntando la pistola alla tempia dei dirigenti dei massimi club europei? Se lo pagano, se l'hanno pagato così fino ad ora, è perché in lui hanno intravisto potenzialità – sia sportive, sia di marketing – enormi. Nessuno regala niente, lo sappiamo noi che ogni giorno ci guadagniamo la pagnotta con fatica, figuriamoci se lo fanno le società calcistiche, gestite da manager e consulenti super sgamati, che non si fanno certo infinocchiare dal primo arrivato.

4. Balotelli è un ignorante.  

Balotelli non è un ignorante, è un ragazzo di oggi – li conoscete i ragazzi di oggi? – che di lavoro fa il calciatore. Al di là del fatto che è certamente più sveglio di quanto lo si voglia far apparire, nessuno può pretendere che un calciatore abbia il cervello di Einstein. Così come nessuno poteva pretendere che Einstein fosse un campione di calcio. Una volta Platini (Platini, che corre per diventare il numero uno del calcio mondiale!) disse: «Anche Einstein, intervistato tutti i giorni farebbe la figura del cretino». Ognuno fa il suo lavoro, l'importante è che lo faccia al massimo delle sue possibilità, il resto sono solo parole.

6. Balotelli spacca gli spogliatoi. 

Non sono d'accordo. Il suo comportamento può forse dare fastidio ai "vecchi", ma il suo carattere aperto può anche rappresentare una forza in più per uno spogliatoio forte. Per uno spogliatoio forte, certo, questa è la base irrinunciabile e forse il nuovo allenatore del Milan è la persona giusta perché questa condizione si verifichi. Senza dimenticare che Mihajlovic conosce Balotelli fin da ragazzo, potrebbe essere, questa, un'arma in più per lui e per il Milan.

5. Balotelli ci ha fatto perdere il Mondiale 2014. 

Questa è l'accusa più pusillanime tra tutte quelle rivolte a questo ragazzo. I baroni della Nazionale, ct e capitano in testa, hanno scaricato su di lui le colpe e le mancanze di una spedizione disastrosa. Balotelli ha giocato secondo le sue possibilità, ha pure segnato uno dei due miseri gol segnati dalla nostra Nazionale. Ha sbagliato gol facili? Può essere, ma qualcuno ha forse mai sostenuto che Del Piero non fosse un campione dopo i gol che si era mangiato nell'Europeo del 2000, nella finale persa contro la Francia? Troppo facile scaricare sul solito Balotelli, questa è stata una vera vergogna sostenuta peraltro dai principali giornali sportivi italiani, sempre a caccia di titoloni e di copie da vendere.

7. Balotelli non è una questione di razzismo, ma è proprio antipatico.  

Quando si premette che "non è una questione di razzismo, ma..." in genere si sta dicendo una cavolata. Può darsi non sia una questione di razzismo, l'acredine con cui molti si scagliano contro Balotelli, ma io credo che il colore della sua pelle sia all'origine della sua popolarità quanto della sua impopolarità. Perché Balotelli incarna e rappresenta l'Italia multiculturale e multirazziale di oggi. Atleti italiani di colore ce ne sono ormai da tanto tempo – soprattutto in atletica, ma anche già nel calcio – ma nessuno di loro è mai stato esposto in modo così clamoroso ai mass media, nessuno è mai stato così tanto sotto i riflettori. Perché Balotelli è un calciatore, certo, ma anche per il suo carattere. Molti italiani non perdonano a Balotelli non tanto di essere famoso e ricco – questo può capitare – ma piuttosto di ostentare senza pudore questa sua ricchezza. Che un "nero", anche se italiano, si permetta di fare quello che vuole, magari anche di comprare le macchine più belle e costose del mondo e di avere pure fidanzate non di colore, questo dà fastidio a molti. Che non lo ammetteranno mai, e quindi sfogheranno la loro stupida rabbia scaricando su Balotelli tutte le colpe immaginabili, in campo e fuori dal campo.

8. Balotelli farà come gli altri campioni di ritorno, che al Milan hanno sempre fallito. 

Vero, le operazioni nostalgia (Sheva, Kaka, ma anche Sacchi e Capello tra gli altri) al Milan non hanno mai dato i frutti sperati. Ma finora i ritorni riguardavano calciatori alla fine della carriera, spremuti e invecchiati. Balotelli è ancora relativamente giovane, c'è gente che è esplosa a età superiori della sua (vedi Toni, per fare un esempio). E poi è in prestito (nessun euro pagato per averlo) e metà dello stipendio lo paga il Liverpool, dal punto di vista economico potrebbe essere un vero affare.


Ecco, ho detto perché sono contento che Balotelli sia tornato al Milan. E spero che ci rimanga a lungo, a suon di gol e di prestazioni da vero campione, magari anche con la "C" maiuscola, alla faccia di chi gli vuole perennemente male (c'è anche gente che cavalca la questione Balotelli per fini elettorali, diffidate gente, diffidate).





lunedì 17 agosto 2015

Il valore di un pranzo

Milano vista dal Duomo
Qualche giorno fa, prima di partire per le ferie, in pausa pranzo sono andato a mangiare nel solito baretto.

Dire "solito" è però forse esagerato. Ci vado volentieri in primavera ed estate, con il caldo, perché ha il dehor posizionato in una delle piazzette più belle di Milano ed è un vero piacere, mangiare lì. Quest'anno sono riuscito ad andarci un po' di volte, mentre la scorsa estate, quella 2014, tra una pioggia e l'altra, era stato davvero difficile restare seduti lì, all'aperto.

Ho mangiato come al solito, ordinando ai soliti simpatici e gentili camerieri. Quando sono andato a pagare alla cassa, quando è stato il mio turno, il proprietario mi ha fatto lo scontrino e mi ha detto quanto gli dovevo. Poi ci ha pensato un attimo e ha detto no, che questa volta non dovevo pagare niente.

Non me l'aspettavo e tra lo stupito e il guardingo in una frazione di secondo mi sono chiesto, tra me e me, perché mi dice questo, quale secondo fine avrà?

Le cose che non hanno una spiegazione

Il proprietario del bar con il bel dehor, anche se sempre molto gentile, tende in genere ad apparire un po' "teso". C'è sempre molto da fare, lì, e probabilmente vuole avere tutto sott'occhio, per cui se qualcosa non funziona a dovere, anche con i clienti, si vede che fatica a tenere a bada i nervi. Anzi, a volte i nervi, a bada, non li tiene proprio.

Questi pensieri mi sono passati in un lampo per la testa, mentre osservavo il sorriso di chi mi stava parlando. Scusi non ho capito, ho detto, perché non vuole che paghi il pranzo? Così, ha risposto lui con noncuranza, perché ogni tanto si possono fare anche queste cose senza spiegazione... lei viene spesso qui e oggi mi va di non farle pagare il pranzo, tutto qui.

Ho biascicato un "grazie, davvero" quasi imbarazzato, ricambiando il sorriso. Poi ho anche aggiunto – che stupido! – che la settimana dopo non mi avrebbe visto, lì nel suo bar, perché stavo partendo per le vacanze (giustificazione non richiesta di una mia assenza che, ho pensato, sarebbe potuta apparire oltraggiosa se associata al bel gesto appena ricevuto).

Ho detto ancora grazie e sono uscito dal bar un po' confuso: un gesto del genere non me lo sarei mai aspettato. Ma mi sono ripreso in fretta e me ne sono tornato in ufficio sentendomi più leggero e pensando che mi piace davvero, ma davvero tanto, vivere in questa città.




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