giovedì 20 novembre 2014

Qual è il segreto del successo
dei negozi cinesi di Milano?

I negozianti cinesi sono migliori di quelli italiani? Nessuno può dire questo, né è il caso di generalizzare: ci sono commercianti capaci e commercianti meno capaci, indipendentemente dal fatto che siano italiani, cinesi, indiani o di qualsiasi altro Paese del mondo.

Quello che racconto nelle righe che seguono, dunque, non vuole essere un esempio del fatto che i cinesi siano meglio di noi italiani. E' semplicemente uno spaccato di vita milanese tipica del nostro tempo, raccontato per come è avvenuto.

Il contesto: accidenti, lo smartphone non si accende più!

Il peggiore dei drammi che ti possa accadere. Ti svegli una mattina e scopri che il tasto di accensione del tuo smartphone non funziona. Lo schiacci, lo rischiacci, lo tieni premuto per lunghi secondi, metti il telefonino a testa in giù, lo lasci un momento tranquillo e ci riprovi... niente, quell'aggeggio infernale non ne vuole sapere di accendersi.

Ma tu non puoi farne a meno, per te questo è soprattutto uno strumento di lavoro. Domani, poi, sarai fuori ufficio tutto il giorno e hai bisogno di averlo con te: le telefonate, le e-mail, la rubrica, gli sms e i messaggi su WhatsApp. Impossibile farne senza.

Esci di casa preoccupato e ti dirigi con decisione verso quel negozietto sulla strada per l'ufficio che sull'insegna ha scritto qualcosa che richiama le riparazioni elettroniche.

Il primo tentativo: il negozio italiano

Entri nel negozio e hai già la vaga sensazione che qui sarà difficile riescano a risolvere il tuo problema. Sugli scaffali ci sono televisori antidiluviani, quasi tutti con il tubo catodico, accanto a videoregistratori e lettori dvd impolverati, la luce è bassa.

Dietro al bancone non c'è nessuno. Provi ad abbozzare un timido "C'è qualcuno?" e senti un grugnito che arriva dal retro bottega. Compare un signore dall'aria un po' trasandata, con una smorfia sulla faccia.

«Buongiorno. C'è il mio smartphone che non si accende più. Premo il tasto di accensione ma niente...»

«Humpff...» (il signore guarda a distanza il malefico strumento, senza dire niente)

«...non so, non mi è caduto né niente, può essere rotto il meccanismo di accensione?»

«Mmmm... forse è il tasto, bisogna aprirlo per capire...» (prende in mano l'aggeggio, da me messogli sotto il naso con insistenza, con l'aria di uno che si fida poco)

«Sì, immagino... Come possiamo fare, lo può aprire subito... glielo lascio... torno più tardi...?»

«Mmmm... adesso non ho tempo, va aperto, bisogna vedere se è rotto il tasto o se c'è altro... ma adesso non posso, ho da fare, se me lo lascia provo a vedere dopo...» (fa per ridarmi l'iPhone)

«Sì, ma riesce a sistemarmelo per questa sera? Domani ne ho bisogno...»

«Mmmmpf... non posso dirlo... dipende da cosa c'è di rotto... come faccio a saperlo... mi chiami nel pomeriggio che vediamo, se l'ho già aperto le dico... comunque poi dovrò ordinare il pezzo, ci vorrà qualche giorno» (si rigira il telefono tra le mani, come se scottasse)

«...e il prezzo? ha idea di quanto mi potrebbe costare?»

«Ma no, mmmmpf, se non so che cosa c'è... fino a che non lo apro come faccio a saperlo... mi chiama nel pomeriggio che glielo dico». (questa volta me lo mette sotto il naso lui, come per dire: «te lo riprendi o no, 'sto cavolo di telefono»).

«Ok, ma se fosse il tasto o il meccanismo di accensione, quanto potrebbe costare? Giusto per avere un'idea...»

«Maaaaa... è un po' complicato perché va aperto, poi bisogna vedere che cosa è rotto, poi il pezzo, la manodopera, richiuderlo... sarà almeno 60 euro, credo, dipende da cosa c'è di rotto...». (riesce a ridarmelo, finalmente, e sul suo volto si riaccende la smorfia iniziale).

A questo punto lo sconforto mi assale.

«Va bene, grazie, ci penso... al limite passo dopo, grazie». E me ne esco quasi frastornato.


Il secondo tentativo: il negozio cinese

La depressione è al massimo, da questo non ci cavo un ragno dal buco, penso. Forse è il caso di andare dai cinesi, magari loro riescono a sistemarlo velocemente e a minor prezzo.

Entro nel negozio dove di solito compro gli stickers per i miei figli. C'è di tutto, dall'abbigliamento alle pentole, dagli attrezzi fai-da-te alle maschere subacquee. Qualche anno fa a mia moglie hanno sostituito lo schermo rotto del suo vecchio cellulare, forse qui trovo la soluzione al mio problema.

Dietro la cassa la piccola e anziana signora risponde con entusiasmo alla mia richiesta: «Qui di flonte, nuovo negozio!» e mi indica un luminoso store telefonico dall'altra parte della strada con doppia insegna, italiana e cinese.

Attraverso, entro con trasporto e anche con un velato ottimismo. Passo tra le vetrinette retroilluminate con gli ultimi modelli di telefoni e accessori vari e mi dirigo al bancone, dietro al quale c'è una ragazza cinese molto giovane, all'apparenza, che mi saluta sorridendo.

«Buongiorno, dovrei a-g-g-i-u-s-t-a-r-e il mio smartphone. Non si a-c-c-e-n-d-e: schiaccio questo tasto ma non succede niente, rimane s-p-e-n-t-o...». (parlo lentamente, scandendo le parole che mi sembrano più significative e accompagnando con gesti eloquenti la mia richiesta, per farmi capire)

«Buongiorno, se può attendere solo un attimo le chiamo il mio collega» (la ragazza scompare dietro a una porta e riappare dopo pochi secondi insieme al suo collega, molto giovane anche lui, che subito mi dice)

«Buongiolno, non si accende smaltphone? Folse lotto meccanismo!». (dice con un sorriso a trentadue denti e lo sguardo sveglio e intanto prende il telefono e se lo rigira tra le mani con fare sicuro. Prova ad accendere e constata che non funziona)

«Sì, infatti, non so com'è successo, perché non mi è caduto. Crede si possa aggiustare?» (ma il ragazzo cinese sembra non ascoltarmi, prende il telefono e si dirige verso il retro)

«Tu aspetta un minuto, io aplo e dico cosa lotto» (e ritorna lì da dov'è venuto)

Due minuti, non più di due minuti ed ecco che ricompare, mentre io mi sto guardando intorno, alla scoperta di nuovi modelli di tablet.

«Sì, è lotto meccanismo accensione, vedi? Tu deve cambiallo, tu vuole?»

«Direi di sì, ma ho un problema: ho bisogno del cellulare per questa sera, immagino dobbiate ordinare il pezzo, come possiamo fare?

«Questa sela? Nessun ploblema, tu passa tla due ole e telefono è plonto!»

«Tra due ore, sarebbe fantastico» (entusiasmo ritrovato, ma rimane un solo dubbio) «e... quanto mi verrebbe a costare?».

«Tlenta eulo, tu vuole fattula?».


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