giovedì 9 gennaio 2014

Teatro. Piccolo omaggio ad Achille Campanile (con rispetto parlando)




LA TELEFONATA
(Pièce teatrale semiseria in atto unico)

 
Personaggi 
UN TALE (che sta facendo una telefonata)
IL SIGNOR OTTO (che riceve la telefonata)


Ambientazione 
La scena è divisa in due parti: sulla sinistra del palcoscenico il TALE, seduto dietro a una scrivania (davanti a una ben fornita libreria), su una comoda poltrona in pelle nera. Sulla scrivania, anch’essa nera, molta confusione: fogli, matite, volumi chiusi, volumi aperti. Emerge a fatica tra questi un’elegante cornice d’argento contenente la foto della moglie e dei due figli del TALE, sistemata proprio vicino a una boccia in vetro pieno (trattasi probabilmente di un fermacarte), regalata al TALE il Natale scorso dalla zia Rosina, quella che vive a Pavia. Di lato, una finestra aperta, attraverso cui si intravedono, sullo sfondo, gli alberi di Parco Sempione. Gli uccellini cantano e annunciano che, finalmente, la primavera è alle porte.

Sulla destra del palcoscenico c’è, invece, il signor OTTO, mollemente sdraiato sul divano. Sta guardando il suo programma televisivo preferito. Ogni tanto, pigramente, allunga la mano destra in cerca della zuppiera posta sul pavimento tra il divano e un tavolino, e si porta alla bocca una manciata di pop-corn. Le tapparelle sono semi abbassate, i pochi mobili della stanza – un tavolo, due sedie, una credenza, una lampada a stelo che illumina a stento l'ambiente, oltre a quelli già citati – sono pieni di polvere. Nella stanza c’è un forte odore di chiuso. Fuori ci si immagina una nebbia densa, a tratti impenetrabile.


Atto primo (e unico) 
 
Scena prima (e unica)


Il TALE compone un numero telefonico. Qualche secondo dopo squilla il telefono di OTTO, il quale fa un balzo sul divano per lo spavento e, dirigendosi verso l’apparecchio telefonico (posto sul piano della credenza), inciampa nella zuppiera e ne rovescia il contenuto sul pavimento.


Il Tale: Pronto, con chi parlo?

Il signor Otto (trafelato): Otto...

Il Tale (dispiaciuto): Ah, mi scusi, ho sbagliato numero!


(sipario)

(applausi a scena aperta, ripetute richieste di bis)


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