mercoledì 1 agosto 2012

Area C, vagone di un treno
che conduce al futuro


«Evviva, l'Area C non c'è più!». Questo il grido di gioia di tutti coloro che in questi giorni, con somma soddisfazione, possono finalmente ritrovarsi fermi in coda, come ai vecchi tempi, nelle strade del centro cittadino. Vuoi mettere la comodità di procedere dieci centimetri ogni quarto d'ora ma comunque comodamente seduti nella propria vettura, in confronto a doversi sobbarcare comode ma odiose trasferte a piedi, in bicicletta, con lo scooter o, peggio che peggio, con gli odiati mezzi pubblici.

Finalmente il milanese puro, quello vero che ama fino in fondo la sua città e vuole viverla in ogni suo centimetro, può essere quanto mai felice per la chiusura di Area C, scrivendo su Twitter: "E ora tutti alle Colonne in automobile a festeggiare". Finalmente gli oppositori dell'amministrazione Pisapia possono cantare vittoria e sbeffeggiare il sindaco e la sua giunta, ritenuti capaci solo di mettere le mani nelle tasche dei cittadini.

Via Santa Sofia, ore 8 e 45 di giovedì 1° agosto 2012

Vie intasate, come non accadeva da mesi

Così oggi, mercoledì 1° agosto 2012, le strade del centro sono intasate come non lo erano nemmeno nello scorso mese di dicembre. Al calore soffocante dell'estate si aggiunge quello dei motori fermi ai semafori e in coda. Le finestre devono essere tenute chiuse, perché gli scarichi dei tubi di scappamento sono tornati a essere aggressivi come non ci ricordavamo più. Ma l'importante è essere felici, poter scorrazzare (si fa per dire) in centro, sentendosi padroni assoluti della città.

Tornerà, l'Area C, o qualcosa del genere, questo c'è da giurarlo. Ma questa parentesi di ritorno al passato ha dimostrato una cosa, se comunque ce ne fosse bisogno. Che si può influire sulla mentalità della gente solo toccandole il portafoglio. Perché Quella di Area C è stata fin da subito una battaglia di civiltà, il tentativo di rendere la città di Milano più vivibile, cercando di inculcare ai milanesi e ai visitatori – per lavoro o per turismo – il principio che questa città "può essere migliore senza auto".

Niente ticket d'ingresso? In centro tornano le auto!

Cominciando dal centro, certo, ma con la previsione di allargare quanto più e al più presto l'area interessata dal controllo dei flussi di traffico. Ma solo facendo pagare una quota di ingresso si riescono a convincere molti cittadini a lasciare a casa l'auto e a servirsi dei mezzi pubblici. E quindi, ora che il pagamento non c'è più, ecco che sono tornate le auto. Per incidere sulla mentalità sono con molta probabilità necessari anni, forse decenni, bisogna influire sulle generazioni future, attraverso l'insegnamento prestato da quelle presenti. Che si comportano in un certo modo, questa è la dimostrazione, solo quando vengono toccate in quanto gli è più caro, cioè nel portafoglio.

Forse l'errore di base – se vogliamo cercarlo – è stato quello di fare passare Area C come un intervento che mira soprattutto alla diminuzione dello smog cittadino. I rilievi, dicono i detrattori degli accessi nel centro a pagamento, dimostrano che l'inquinamento è diminuito in modo relativo, dunque Area C è solo utile ad arricchire le casse comunali. Ignorando, o fingendo di ignorare, che questo centro di Milano senza auto (o quasi) è diventato molto più bello, vivibile, percorribile. Lo dicono tutti quelli che ci vivono o che ci si devono recare ogni giorno, questo è un dato che è difficile contestare.

Via Francesco Sforza, stesso giorno e stessa ora

Ma il traffico aiuta davvero ad aumentare le vendite?

Poi ci sono i commercianti che si lamentano, certo. Non per sminuire le loro richieste, ma l'impressione è che i commercianti si lamentino sempre e comunque vadano le cose. La domanda è: possibile che un negozio di via Torino, corso Magenta, via Manzoni, dove per lo più è impossibile parcheggiare, venga così fortemente penalizzato dalla chiusura del traffico? Questo è un concetto che fatichiamo a comprendere.

Se così fosse il Quadrilatero, quasi tutto isola pedonale, avrebbe dovuto chiudere i battenti da tempo immemorabile. Allora, forse, è solo un problema di qualità. O forse è semplicemente una questione di crisi generalizzata, o di offerta che è spesso troppo estesa rispetto a una domanda che tende sempre più a diminuire, soprattutto per quanto riguarda tutto ciò che può essere considerato – in tempi di difficoltà economiche – effimero. Qualcuno ha poi cominciato a pensare a quanto influisca, ormai, l'aspetto degli acquisti online, spesso molto convenienti rispetto a quelli effettuabili nei negozi e soprattutto fruibili stando comodamente seduti sul proprio divano? Ma forse è meglio e più sbrigativo, sicuramente meno impegnativo, puntare il dito su Area C...

L'esempio che arriva da Stati Uniti e Germania

Il mondo sta cambiando, cerchiamo di rendercene conto. Negli Stati Uniti le grandi città si stanno organizzando per offrire una vita migliore ai loro residenti, ovunque si sta lavorando per diminuire il traffico, lo smog, il consumo di energie inutili e dannose per la salute. Anche le grandi città europee, molte di loro, sono già avanti da questo punto di vista. Provate a farvi un giro in Germania, tanto per farvi un'idea di quello che vuol dire vivere in una grande città impostata all'insegna della vivibilità. Area C è una piccola misura – se rapportata a tutto quello che c'è da fare – che va in questa direzione, quella verso cui sta cercando di andare il resto del mondo civile. Gli interessi di bottega – spesso mascherati da interessi di bassa politica e di costante e continua ricerca di porzioni di potere – possono portare a vincere alcune piccole battaglie, ma sono destinati a perdere, senza speranza per loro, la guerra finale.

A meno che non si voglia restare al palo, e perdere anche questo treno. Perché Area C rappresenta il piccolo vagone di un grande convoglio che – ancor più di altri tanto acclamati – è destinato a portarci diritti al futuro, a farci restare a pieno diritto tra i Paesi considerati civili. Milano lo è sempre stata, tra le realtà civili del mondo, e alla fine riuscirà a ritagliarsi anche in futuro il ruolo di città protagonista che le spetta per tradizione, nonostante tra i suoi cittadini ci siano anche quelli che hanno festeggiato, "sgasando" con la loro automobile in centro città, per la sospensione di Area C.

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4 commenti:

  1. Poverini, riducete i problemi di Milano al traffico. Andateci a Berlino ed in Germania, il traffico è tale quale a qui, solo che hanno strade spesso piu larghe ed edifici piu distanziati, quindi possono fare + corsie preferenziali x binari e bus oltre che alla strada. I parcheggi a pagamento in proporzione costano meno e sono quasi solo in centro. E la VW vende le macchine, nn come la fiat.

    Questo è il problema la qualità del lavoro.

    Io in macchina appena fuori di area c in questi giorni mi sono spostato benissimo, nn ho fatto 10 metri all'ora ed ho potuto trasportare quello che mi serviva per fare il mio lavoro offrendo qualità ai clienti dell'agenzia x cui lavoro.

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  2. la tutela degli interessi della collettività mi sembra molto importante in quanto sostenitrice dell'area C che personalmente vorrei allargata alla cerchia della 95.
    la necessità di fare cassa è quello che emerso, è inutile girarci intorno.
    perchè nessuno chiede all'assessorato di riferimento come mai in tutti questi mesi non abbia lavorato al piano di mobilità?
    scusate ma gli strumenti utilizzati non sembrano tutelare la salute dei cittadini e la mobilità sostenibile saranno mezzi di propaganda politica?

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  3. i problemi a milano sono tanti è vero ma da qualche parte bisogna pur cominciare ed il traffico è sicuramente uno dei più importanti dato che il suo rovescio è la spesa sanitaria!

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  4. Il problema dell'italiano è la pigrizia. Perchè rinunciare alla macchina, si chiede, perchè provare un'alternativa quando possiamo tirare avanti come abbiamo fatto per gli scorsi 40 anni? Non avremo le strade larghe come in Germania... e allora che si fa? Sicuramente la soluzione non è restare nell'intasamento del traffico. Magari provare a prendere su la bicicletta, svegliarsi prima e andare a piedi (non dico i mezzi pubblici perchè versano in uno stato penoso, ma forse anche quelli, con un po' più di persone a reclamarne l'uso, migliorerebbero)... Triste realtà.

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