venerdì 8 luglio 2011

Militari in città? No grazie...

I militari, nelle strade di Milano, sarebbe meglio non averli. Questa la mia personalissima opinione, condivisa però da molti milanesi con cui mi capita di parlare. Non so se vi è mai successo di trovarvi davanti un militare in mimetica e anfibi, con a tracolla un fucile "che neanche Rambo..." e il dito indice della mano destra sul grilletto.

A me è capitato proprio l'altro giorno. Durante la pausa pranzo ero in un baretto del centro a mangiare il mio panino d'ordinanza, quando da dietro l'angolo è sbucata una giovane donna così agghindata. Per un attimo mi sono chiesto se quella che vedevo attraverso il vetro, all'esterno, fosse davvero Milano o piuttosto un'altra città. Di solito, in questi casi, si dice: "Sembra di essere a Beirut", ma credo che quella povera città, prima o poi, debba essere lasciata in pace...

Il disagio di passare vicino a una persona armata

Sarò troppo sensibile, ma la visione di un militare in tenuta da combattimento in mezzo alla vita cittadina in qualche modo mi turba. Sarà anche lì per la mia sicurezza – questo lo capisco – ma la sua visione non riesce a tranquillizzarmi. Mi vengono in mente quei paesi del Chiapas, in Messico, bellissimi a vedersi ma "presidiati" a ogni angolo di strada da militari con facce agguerrite che ti fanno passare la voglia di fare il turista. Oppure certe città dell'Est europeo prima che cadesse il Muro di Berlino...

Oppure, anche, un paesino del sud della Calabria nelle cui vicinanze ho trascorso, una quindicina d'anni fa, una bella vacanza. Alla sua entrata era piazzato un autoblindo dell'esercito che aveva sulla sua torretta un militare sempre pronto a usare la sua potente mitragliatrice pesante. Del paesino non ricordo un granché, se devo dire la verità, ma il ricordo del soldato pronto a sparare, il disagio che mi coglieva ogni volta che gli passavo vicino, non mi ha mai abbandonato...

Sicurezza pubblica? Ma non ci sono le forze dell'ordine?

Ora, capisco che alcune situazioni debbano essere, è inevitabile, presidiate militarmente. Ci sono luoghi che sono considerati obiettivi sensibili, potenziali bersagli di attacchi terroristici e via discorrendo. Se vedo un militare davanti al consolato americano, o davanti a una sinagoga, o ancora davanti a un palazzo che ospita una realtà esposta a seri pericoli provenienti dall'esterno, non posso che adeguarmi alle necessità e accettare la situazione. Pare proprio che in questi casi non se ne possa fare a meno.

Ma militari utilizzati per garantire la sicurezza pubblica nelle strade, nei giardini, nei parchi, quelli no, preferirei non vederli. Abbiamo forze dell'ordine in grado di effettuare in modo efficiente, grazie alla loro competenza e alla loro esperienza, il controllo della legalità. Si chiamano Polizia di Stato, che fa capo al ministero dell'Interno, e Carabinieri, che riferiscono al ministero della Difesa. Solo loro hanno la possibilità di intervenire in caso di comportamenti illegali, da codice penale. I militari no, non lo possono fare: possono solo servire da deterrente e avvisare le forze dell'ordine di quanto sta accadendo o di quanto è già accaduto.

E' solo una protezione di facciata

Quella fornita dai soldati è dunque solo una protezione di facciata, che qualche costo ce lo deve comunque avere. Allora, destiniamo a Polizia e Carabinieri i fondi che oggi vengono assegnati all'esercito: i risultati, in termini di lotta all'illegalità, nelle città, non saranno certo minori, anzi... E sarà anche l'occasione per ridare dignità a due corpi che, da un po' di anni a questa parte, stanno perdendo colpi sotto il profilo dell'immagine, ridotti come sono all'osso per quanto riguarda le risorse economiche e umane e confinati, per lo più, al ruolo di elargitori di multe e contravvenzioni legate al codice della strada.

(E so che qualcuno starà pensando al caso del cittadino morto una delle scorse notti durante un controllo eseguito da alcuni poliziotti. Ma io credo che quello non sia un problema che riguarda il corpo della Polizia nel suo complesso ma, se si dovessero accertare responsabilità, le singole persone coinvolte. Se gli agenti hanno sbagliato, pagheranno: ho fiducia nella magistratura, che per fortuna non è ancora assogettata al controllo del Governo, come qualcuno vorrebbe. Se lo fosse, allora sì, che non mi sentirei tanto tranquillo...).

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3 commenti:

  1. io invece non riesco a capire che paura vi faccia un militare con il mitra al collo.
    il poliziotto ha la pistola sulla cintura, che differenza fa? entrambi hanno un'arma che può uccidere.
    addirittura vi fa paura la mimetica... mah...
    questo va al di là delle diverse funzioni tra esercito e polizia.

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  2. Hai ragione, Max, forse la paura della mimetica è eccessiva. Ma quello che voglio dire io è che i soldati, gli eserciti sono stati creati per fare altro. Per la sicurezza sulle strade, nelle città, ci sono le forze dell'ordine. Per fare la guerra o, meglio ancora, gestire la pace ci sono i soldati. Metterli nelle strade mi sembra sia come autorizzare i delinquenti alla guerra, riconoscere loro un'importanza eccessiva. Sono delinquenti e da delinquenti devono essere trattati, non da soldati. Lo so che anche i poliziotti hanno le armi, ma io non è che voglio l'anarchia o che i delinquenti siano liberi di fare quello che vogliono. Io (a proposito, non capisco a chi ti riferisci quando parli al plurale, io ho espresso un mio personalissimo pensiero, come ho precisato all'inizio del mio post) sono per l'ordine, probabilmente tanto quanto te. Penso solo che quest'ordine, nelle città, non debba passare attraverso l'esercito, a meno che non ci si trovi in una situazione particolare, come quella degli obettivi sensibili, dove non se ne può fare a meno. Tutto qui...

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  3. Forse preparare la guerra è l'unico modo per mantenere la pace. Certo, anch'io preferirei più forze dell'ordine sulle strade al posto dei soldati, ma credo che ciò non sia così facilmente attuabile: è semplicemente la soluzione più semplice. Per cui accontentiamoci, in fondo combattere per la pace è come fare l'amore per la verginità.

    Il Vergiatese

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