martedì 25 luglio 2023

Milano ferita (25 luglio 2023)



La notte tra il 24 e il 25 luglio 2023 è stata disastrosa per Milano. Verso le 4 di mattina un flagello fatto di lampi, tuoni, pioggia, grandine e vento a 100 km/h si è abbattuto su buona parte della città provocando danni difficili da calcolare, al momento. A essere colpiti sono stati soprattutto gli alberi dei viali e dei parchi, che si sono abbattuti con tutto il loro peso su dehor dei locali, auto, fili elettrici, tetti, facciate di case.

Questa mattina la città è bloccata, le auto sono tutte incolonnate e i guidatori sono parecchio nervosi. Molte vie sono interrotte, varie linee dei tram sono impercorribili. La gente – i milanesi e i tanti turisti – cammina attonita, difficile pensare che in pochi minuti la natura riesca a fare tanti disastri.

E invece ci riesce e, a guardare i bollettini degli ultimi giorni, ci riesce sempre di più.

Quello che segue è un breve reportage fotografico eseguito nello spicchio milanese che va da Porta Romana a Porta Venezia, che comincia in Parco Ravizza e finisce nei Giardini Pubblici Indro Montanelli.

 

La pista ciclabile di Parco Ravizza



 
 
Albero divelto in Parco Ravizza
 


Il "nuovo lago" di Parco Ravizza

 


Via Vittadini


Via Giulio Romano


Viale Premuda


Viale Premuda



Viale Premuda


Viale Premuda


Via Zanardelli


Viale Premuda


Lampione ad "altezza uomo" in viale Premuda


Piazza Tricolore


Viale Piave


Viale Piave - Hotel Diana


Piazza Oberdan


Corso Venezia - Museo Civico di Storia Naturale


Corso Venezia - Museo Civico di Storia Naturale


Corso Venezia - Museo Civico di Storia Naturale


Via Palestro - Giardini Pubblici Indro Montanelli


Via Palestro - Giardini Pubblici Indro Montanelli


Via Palestro - Giardini Pubblici Indro Montanelli


Via Palestro - Giardini Pubblici Indro Montanelli


Via Palestro - Giardini Pubblici Indro Montanelli





venerdì 9 dicembre 2022

Qatar 2022, i motivi per cui questi mondiali di calcio resteranno nella storia

 

Un grande dubbio assale in questi giorni i tifosi di calcio: guardare o non guardare le partite del Mondiale che si sta svolgendo in Qatar? Non è una questione strettamente italiana, legata al fatto che la nostra Nazionale non si è qualificata per la fase finale e quindi «che gusto c’è a vedere le altre squadre combattere tra loro quando noi non possiamo farlo?».

 

La faccenda è molto più seria e riguarda le persone di buona parte del mondo che si chiedono se sia etico guardare partite giocate in un Paese che ha costruito gli stadi grazie al lavoro di migliaia di immigrati – soprattutto pakistani, nepalesi, bangladesi e srilankesi – trattati come schiavi, costretti a vivere in condizioni inaccettabili e a lavorare con turni di lavoro folli in ambienti contraddistinti da temperature molto spesso superiori ai 40° C, senza alcuna tutela sanitaria e, pare, anche con il passaporto confiscato dai datori di lavoro per evitare “fughe” di ritorno a casa. Secondo una stima di Amnesty International, per la predisposizione delle strutture utili allo svolgimento di questa edizione dei Mondiali – gli stadi, certo, ma anche un aeroporto, intere linee metropolitane, centinaia di Hotel, strade, ecc. – sarebbero morte sul lavoro qualcosa come 6.500 persone. Un’enormità difficile da dimenticare.

 

Ma non è tutto. Una forte opposizione a questa kermesse sportiva che viene trasmessa in tutto il mondo è dovuta al fatto che in Qatar c’è poca osservanza dei più normali diritti civili. L’omosessualità maschile (ma non quella femminile), per fare un esempio, nel piccolo sultanato è considerata un reato che può portare anche alla pena di morte. Le donne, dal canto loro, sono sottoposte a un sistema di “tutela maschile” per cui hanno bisogno dell’approvazione di un uomo per fare un sacco di cose del tutto normali come sposarsi, lavorare in posizioni pubbliche, viaggiare, decidere quale scuola possono frequentare o quali cure possono ricevere i propri figli.

 

E allora, la domanda ricorrente è: «Ha senso guardare questi mondiali?». Forse, nonostante tutto, sì, ha senso.

 

Perché proprio in occasione di questa manifestazione che viene trasmessa in ogni angolo del mondo si è parlato molto di diritti civili, diritti dei lavoratori, rispetto delle persone, libertà. Fin dai primi giorni molti sono stati i messaggi positivi lanciati da alcuni protagonisti del torneo.

 

Dai calciatori dell’Iran, che hanno scelto di non cantare il loro inno in occasione della partita con l’Inghilterra per protestare contro il regime del loro Paese, a quelli dell’Inghilterra, che prima della stessa partita si sono messi in ginocchio, come ormai fanno da tempo, per manifestare la propria opposizione al razzismo. Fino ad arrivare all’immagine che probabilmente resterà nella memoria storica di tutti – forse alla pari di quella della squadra che alzerà la coppa nel momento del trionfo finale –, ovvero la foto dei giocatori tedeschi che, prima di scendere in campo contro il Giappone, si sono fatti ritrarre tutti con una mano sulla bocca, per protestare contro la decisione dell’organizzazione dei mondiali di vietare la fascia da capitano in versione arcobaleno e con la scritta “One love”.

 

Insomma, questo mondiale sarà ricordato per i molti aspetti negativi di cui abbiamo parlato, ma anche da molti messaggi positivi

 

E a chi si chiede se abbia senso assegnare eventi di così grande risonanza a Paesi che non rispettano i più elementari diritti e la libertà dei cittadini, giova ricordare che non sempre tutto va come vorrebbero gli organizzatori. 

Basti pensare alle Olimpiadi di Berlino 1936. Doveva essere l’occasione per dimostrare la supremazia della “razza ariana” su tutte le altre e invece ancora oggi quei giochi olimpici sono ricordati per le vittorie di Jesse Owens, un ragazzo americano che con le sue gesta sportive dimostrò al mondo che violenza, potere e soldi poco possono fare quando si trovano di fronte a donne e uomini disposti a lottare contro tutto e contro tutti per difendere la propria e l’altrui libertà.

martedì 18 maggio 2021

Quella sera del 1981 al New Mexico, ad ascoltare un certo Franco Battiato


 
«Questa sera andiamo al New Mexico? C'è un certo Battiato che canta, forse non è male...». 
 
La proposta del Nando arriva nell'intervallo, tra una lezione di latino e una di matematica. 
 
Lui è quello che decide un po' dove si va la sera, è l'unico che ha la macchina. Anzi, a dire il vero è anche l'unico che ha la patente, visto che noi altri quattro siamo tutti diciassettenni. 
 
Battiato? Ah, sì, è quel tipo strano che canta "L'era del cinghiale bianco" e "Up patriots to arms"... «Ma sì, proviamo ad andarci, male che vada usciamo prima...». 
 
Nella Valtellina dei primi Anni 80 non era così facile che un cantante decidesse di farci un concerto. Mi ricordo che una sera a Tirano ne avevano organizzato uno di Gino Paoli al campo sportivo. Ma poi era venuto a piovere e avevano deciso di spostarlo all'interno del cinema dell'oratorio. C'erano andate sì e no venti persone, una vera tristezza. 
 
Il New Mexico di Piateda è una delle discoteche da noi più frequentate, il sabato sera. Non è lontano da casa ed è un locale bello grande, anche la pista è decente, ci si può ballare senza sentirsi schiacciati da ogni parte. 
 
In questa serata di fine autunno del 1981, noi cinque – il Nando, il Chicchi, il Vincenzo, l'Alberto e io – arriviamo alla biglietteria e ci accorgiamo che pochi hanno avuto la nostra stessa idea. Arriveranno all'ultimo momento, pensiamo. Ma quelli non erano anni in cui i concerti iniziavano alle 11 di sera. Alle 21, massimo, si partiva e alle 23, appunto, era già tutto finito. 
 
A lato della pista è allestito un piccolo palco, ci mettiamo sotto. Siamo arrivati per primi, almeno sfruttiamo questa occasione. Quando il cantante Franco Battiato sale sul palco, nella pista, seduti a terra, ci saranno si è no 30-40 persone. Non ci stupisce la cosa, in fondo sono anni di disco-music e di esterofilia musicale esagerata, questo è del tutto normale. Dicono comunque che l'ultimo suo album non sia brutto, è uscito da poche settimane ma non se n'è parlato a dire il vero molto. 
 
La prima canzone in scaletta s'intitola "Uccelli", non male. Nella discoteca si diffonde una certa atmosfera strana, mai vissuta tra queste quattro mura. La seconda ha un titolo particolare "Bandiera bianca" ed è molto orecchiabile, alle terza strofa già mi trovo inconsciamente a canticchiarla. Naturalmente tra me e me, perché non conosco le parole, è la prima volta che la sento, e perché nei concerti non è ancora usanza che il pubblico canti le canzoni insieme al cantante, o addirittura al suo posto. 
 
Gia dalla terza canzone (e chi si ricorda più qual era) siamo tutti molto coinvolti. Nessuno è più seduto, siamo trascinati dalla voce e dal carisma di Battiato, che si muove e balla davvero in modo bizzarro, e dal suono suadente e potente del violinista, un certo Giusto Pino, ci sembra di avere capito che si chiami così...
 
Il concerto sarà durato circa un'ora e mezza, durante le quali a farla da padrone sono state le canzoni che poi avremmo scoperto essere contenute proprio nell'ultimo album appena uscito, quello che fino a quel momento non si era filato nessuno (e non se lo sarebbe filato per altri lunghi mesi). 
 
Durante i bis – mi ricordo una "Cuccuruccucù" e un "Centro di gravità permanente" eseguite per la seconda volta nella serata – i pochi presenti si sono scatenati come non pochi. Questo Battiato non è davvero male, ci diciamo tra noi amici. E allo spegnimento delle luci mi assale una strana sensazione, quella di avere partecipato, insieme a pochi altri, a un evento particolare, forse anche storico. 
 
 
Di lì a poco "La voce del padrone", il nuovo fantomatico disco di Franco Battiato sarebbe diventato il primo album italiano a superare il milione di copie vendute, restando al primo posto della classifica italiana per diciotto settimane tra il maggio e l'ottobre del 1982. 
 
Oggi Franco Battiato, che molti chiamano "Maestro", ha cominciato un altro viaggio, e noi ci sentiamo tutti un po' più soli. L'ho visto tante altre volte, in concerto, è sicuramente l'artista che più ho visto esibirsi dal vivo. E ogni volta è stata un'esperienza coinvolgente, totalizzante, anche mistica. 
 
In mezzo a tutta quell'altra gente accorsa per ascoltarlo, sotto al palco che lo vedeva seduto sui suoi amati tappeti orientali, ho sempre pensato a quella prima volta del New Mexico. 
 
Com'eravamo giovani, com'eravamo diversi, com'eravamo ignari di tutto quello che sarebbe venuto dopo, per lui e per noi.

venerdì 6 novembre 2020

Coronavirus, diario milanese Novembre 2020_1


 
Diario giornaliero del Coronavirus in Italia e in particolare a Milano, a partire dal Giorno 1, quello che ha fatto registrare la prima vittima dovuta al Covid-19 (era il 21 febbraio 2020). E a ripartire dal giorno 6 novembre 20202, giorno di inizio della "zona rossa" che ha riportato il lockdown in tutta la Lombardia.


Diciassettesima parte.


Domenica 7 novembre 2020

 
Questa zona rossa è ben diversa dal precedente lockdown, almeno in questi primi giorni. Durante il giorno sono aperti molti più esercizi commerciali – come ad esempio i parrucchieri, i bar, i tabaccai – e per questo la gente nelle strade è molta di più di quanto non lo fosse in marzo e nei mesi successivi.

Non si vedono, per ora, pattuglie di vigili o forze dell'ordine che verificano il motivo dell'uscita delle persone e chiedono di mostrare la famosa (ritornata famosa) autocertificazione. 
 
Il DPCM cui dobbiamo fare riferimento noi che viviamo in una zona rossa vorrebbe che noi uscissimo solo per motivi di lavoro, urgenza o assoluta necessità. Comprare le sigarette è assoluta necessità? Probabilmente sì, se si è in crisi di astinenza. Tagliare i capelli è un motivo d'urgenza? Forse sì, se questi hanno superato le spalle. Essere costretto ad andare in ufficio quando potresti tranquillamente lavorare da casa è un'esigenza improrogabile? In alcuni casi sì, quando i rapporti tra colleghi sono essenziali alla buona riuscita di un progetto...

E forse è giusto così: si cerca di contenere la circolazione delle persone senza incidere troppo sull'economia generale. Il messaggio di fondo che caratterizza questo nuovo lockdown sembra quindi essere: abbiamo fissato regole molto strette ma non saremo così pressanti nel farle osservare. Ti abbiamo avvisato che la situazione è grave, ti abbiamo detto che cosa dovresti fare, ma ti lasciamo maggiore libertà di uscita, non ti obblighiamo a restare chiuso in casa tutto il tempo, ti concediamo alcuni momenti di sfogo, in cui tu possa tornare a sentirti vivo in mezzo alle altre persone.
 
Ma attenzione: potrebbe trattarsi di un approccio soft adottato in questi soli primi giorni, per non creare traumi ed eccessive reazioni nella gente. Vedremo se dalla prossima settimana qualcosa cambierà.


Venerdì 6 novembre 2020

 
Svegliarsi con quella sensazione che pensavamo di non riprovare più. Quell'idea di mondo sospeso, ovattato, silenzioso.
 
Le macchine sotto casa non si sentono, ma oggi è normale, è giorno di mercato
 
 
Lo scorcio che riusciamo a vedere dal nostro balconcino – ancora lui, lo stesso di qualche mese fa, destinato a tornare (anche se non con le modalità di prima) protagonista – ci mostra però tanti buchi lungo i lati della via. Ci sono solo le bancarelle di generi alimentari, non c'è il venditore di libri e nemmeno quello di vestiti. E allora la confusione subito mi assale: ma le librerie non possono restare aperte? Forse i negozi e non le bancarelle?

Ci risiamo, Milano e tutta la Lombardia sono ricadute nel lockdown, anche se questa volta nessuno vuole pronunciare questa parola. Si teme che anche solo a parlarne l'effetto sia ancora più devastante, nelle nostre teste. Si parla solo di "zona rossa" e non è detto che sia tanto meglio.

Perché questa volta la chiusura – anche se un po' mitigata rispetto a quella di marzo – sta avendo effetti molto più pesanti sulla nostra psiche
 
A marzo eravamo protagonisti di una vicenda sconosciuta, di cui sapevamo davvero poco. Sapevamo che centinaia di persone stavano morendo negli ospedali e nelle case di cura. Sentivamo i racconti degli operatori sanitari, che raccontavano di scenari tragici, vedevamo i camion che trasportavano le bare, leggevamo i numeri dei contagi, delle terapie intensive, delle vittime. Eravamo solidali e soffrivamo con le persone che avevano avuto lutti in famiglia e anche con tutti quelli – tanti – che avevano il lavoro interrotto, l'attività chiusa, il problema di arrivare a fine mese per mantenere sé e la propria famiglia.

Ma eravamo chiusi nelle nostre case, protetti dalle nostre mura e avevamo l'impressione che questo potesse bastare a difenderci dal virus. Conoscevamo poche persone contagiate, ne sentivamo parlare, ma in pochi ne eravamo toccati personalmente.

Oggi lo scenario è completamente diverso. I contagi sono aumentati a vista d'occhio e sono entrati in tutte le case. Anche tra i personaggi famosi si contano a decine, ne parlano le televisioni, ne scrivono i giornali. A marzo non se ne sentiva uno, oggi sono diffusi in ogni settore: dal cinema allo sport, dalla politica al mondo della cultura, eccetera eccetera... 
 
Si dice: «È perché oggi facciamo più tamponi». Balle, la gente oggi si ammala, prende la febbre, la tosse, è fiacca, ha problemi respiratori e altro. A marzo non era così. Si ammalavano, purtroppo molto gravemente, le persone che entravano in contatto con il virus in determinate situazioni, per lo più i pronti soccorsi, le case di cura, gli ambulatori dei medici di base. Il contagio era figlio della nostra poca conoscenza del virus, ci aveva colti di sorpresa e ci abbiamo messo alcune settimane per capire le sue modalità di diffusione.

Oggi è diverso, il virus è nelle strade, nei negozi, sui mezzi pubblici, ormai anche nelle case. E per questo ci sentiamo più indifesi.

Oltre a questo c'è l'aspetto psicologico, che è molto più difficile da gestire rispetto alla scorsa primavera. Lì ci eravamo detti: «Mi sacrifico ora per stare meglio poi», tutti convinti che quel grande gesto fosse risolutore per la situazione che ci circondava. È vero, c'era chi avvertiva che in autunno la situazione sarebbe tornata grave, ma pochi ci credevano e i più preferivano non pensarci. Oggi è diverso, sappiamo quanti sacrifici abbiamo dovuto fare – soprattutto chi per il lockdown ha perso l'attività lavorativa – e non sappiamo se questo contribuirà a sconfiggere davvero e una volta per tutte il virus
 
Insomma, oggi più che mai non sappiamo per quanto andrà avanti questa storia. Per questo credo sarà difficile che riprendano le manifestazioni di unità e solidarietà organizzate alle finestre e sui balconcini, quelle che avevano caratterizzato la scorsa primavera. 
 
Il clima è cambiato, e non è solo una questione di temperatura esterna.

In tutto ciò, abbiamo un solo, grande, sollievo: per ora i decessi giornalieri sono meno di quelle dei mesi scorsi, almeno di quelli più tragici. La nostra speranza è che questo dato resti tale, il nostro sforzo deve essere indirizzato verso questo importante obiettivo.
 
 
Proviamo a confrontare i numeri dell'inizio del primo lockdown, quello che il 9 marzo interessò tutta l'Italia, e quelli di ieri.

Lunedì 9 marzo 2020

Contagiati nell'ultima giornata: 9.172 in Italia - 5.469 in Lombardia
Deceduti nell'ultima giornata: 463 in Italia - 333 in Lombardia
Pazienti in terapia intensiva: 733 in Italia - 440 in Lombardia

Giovedì 5 novembre 2020

Contagiati nell'ultima giornata: 34.505 in Italia - 8.822 in Lombardia
Deceduti nell'ultima giornata: 445 in Italia - 139 in Lombardia
Pazienti in terapia intensiva: 2.391 in Italia - 522 in Lombardia

La prima riflessione stimolata da questi dati è che i numeri che riguardano la Lombardia indubbiamente alti e preoccupanti – non sono più così percentualmente rilevanti, come in passato, sul totale nazionale. 
 
Ma anche questa è una riflessione triste: non è segno che in Lombardia oggi vada meglio (se non, al momento, per il numero dei decessi), è solo la conferma che il virus è oggi molto più diffuso e distribuito sul territorio italiano di quanto lo fosse lo scorso marzo.
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martedì 21 luglio 2020

Coronavirus, il diario da Milano/luglio 2020_3

Diario giornaliero del Coronavirus in Italia e in particolare a Milano, a partire dal Giorno 1, quello che ha fatto registrare la prima vittima dovuta al Covid-19 (era il 21 febbraio 2020).




Sedicesima parte.






159° giorno - Martedì 28 luglio 2020


Il "resoconto mondiale" di ieri ha di fatto chiuso questo diario legato al Covid-19. O, almeno, il diario di questa prima fase della pandemia, sperando che una seconda fase non ci sia proprio per niente

Un diario iniziato venerdì 21 febbraio 2020, con queste parole: 

Il coronavirus riempie le cronache già da due mesi. Ma in Italia per noi questo è il giorno 1, quello in cui si è registrata la prima vittima. È successo in Veneto, un signore di 77 anni di Vo' Euganeo (non avevo mai sentito parlare di questo paese, chissà dov'è...).

Da allora, abbiamo condiviso cinque lunghi e tormentati mesi, che per certi versi sono sembrati un'eternità. Abbiamo vissuto mille sensazioni, cambiato idea centinaia di volte, siamo stati ottimisti, pessimisti, catastrofisti, a volte forse anche un po' negazionisti

Abbiamo sempre cercato di guardare al futuro con positività ma ci sono stati momenti in cui ci è stato impossibile farlo. Abbiamo sofferto tantissimo per le prime morti, che arrivavano a decine, e poi forse un po' ci siamo assuefatti a tutte le altre, che arrivavano a centinaia. Ci siamo guardati in cagnesco con altre regioni, altri Stati, cercando un capro espiatorio cui collegare l'inizio di tutta questa sventura.

Ci siamo esaltati per la capacità di reazione del nostro Paese, abbiamo applaudito medici, infermieri, operatori sanitari, abbiamo cantato sui balconi, esposto i tricolori, ascoltato i discorsi del Capo del Governo Conte, del Presidente della Repubblica Mattarella, del sindaco Sala e guardato con emozione la foto del Papa a piedi in una Roma che non avevamo mai visto così silenziosa e desolata. 

Abbiamo lavorato da casa, abbiamo seguito le lezioni con il computer, non siamo usciti per intere settimane, relegati tra le nostre quattro mura, le famiglie riunite come non era mai capitato e come non capiterà mai più.

Abbiamo imparato a lavarci bene le mani, a indossare la mascherina, a mantenere le distanze di sicurezza, a toglierci le scarpe prima di entrare in casa. Abbiamo rinunciato a baci, abbracci, strette di mano, anche alle pacche sulle spalle. 

Abbiamo fatto scorta di generi alimentari, imparato a fare la coda per andare dal panettiere, a sederci distanziati sui treni, sugli autobus, sui mezzi pubblici in generale.

Ci siamo arrabbiati, anche, perché le regole non sempre erano chiare, perché l'autocertificazione cambiava troppo spesso, perché non si trovavano le mascherine, perché non tutte le scuole erano state in grado di adeguarsi in fretta e in modo efficiente alla nuova situazione, perché venivano spesi milioni e milioni di euro per costruire cattedrali nel deserto quando la cassa integrazione tardava ad arrivare, l'attività commerciale non poteva riaprire, l'azienda stava andando a rotoli.

Questi mesi hanno inciso profondamente sulla nostra vita. Siamo tutti più consapevoli della nostra caducità, tutti ci portiamo le ferite di migliaia e migliaia di persone morte, che spesso se ne sono andate tutte sole, con grande sofferenza. Nessuno può dire di non essere stato colpito in qualche modo da questa maledetta pandemia, tutti ne siamo rimasti coinvolti.

Non sappiamo ancora come sarà la situazione tra poco più di un mese, a settembre e nei mesi che seguiranno. A fine febbraio 2020, quando tutto iniziò, dopo tre-quattro giorni dicevamo "ok, adesso basta, però..." pensando fosse una cosa destinata a finire lì. Siamo stati tutti (o quasi) smentiti in modo clamoroso, per cui non ci sentiamo, oggi, di fare proclami o mostrarci troppo ottimisti per il futuro. Meglio aspettare e, quando la situazione lo richiederà, agire di conseguenza. 

Se il virus si vorrà ripresentare sappia che noi siamo qui, pronti a fronteggiarlo un'altra volta con lo stesso rigore e la stessa forza

Non ci siamo arresi al primo attacco e non lo faremo, se lo scordi, al secondo.


158° giorno - Lunedì 27 luglio 2020 

Da tre giorni è passato il 23° sabato  da quando si è registrato il primo decesso in Italia per Covid-19. Diamo oggi la nostra consueta occhiata ai  numeri mondiali di diffusione del virus, confrontati con quelli di quasi 10 giorni fa (sabato 18 luglio):



  1. USA (=)                  4.234.140 contagiati          erano 3.647.715         + 586.425
  2. Brasile (=)              2.419.091 contagiati          erano 2.046.328         + 372.763
  3. India (=)                  1.435.616 contagiati          erano 1.038.084        + 397.532
  4. Russia (=)                811.074 contagiati              erano 764.215            +46.859
  5. Sud Africa (+1)       445.433 contagiati              erano 337.594            + 107.839
  6. Messico (+1)              390.516 contagiati              erano 331.298           + 59.218
  7. Perù (-2)                     375.961 contagiati              erano 345.537           + 30.424
  8. Cile (=)                      345.790 contagiati              erano 326.439            + 19.351
  9. Regno Unito (=)       301.020 contagiati              erano 294.804             + 6.216
  10. Iran (=)                      291.172 contagiati             erano 269.440           + 21.732
Seguono in classifica: Pakistan (274.289), Spagna (272.421), Arabia Saudita (266.941), Colombia (248.976), Italia (246.118, + 2.151, -1), Turchia (226.100), Bangladesh (223.453), Francia (217.801), Germania (206.751), Argentina (162.526), Canada (115.789), Iraq (110.032), Qatar (109.305), Indonesia (98.778), Egitto (92.062), Cina (86.570, +1.256), Kazakistan, Ecuador, Filippine e Svezia.

Davanti gli Stati Uniti d'America fanno come sempre corsa a sé. Il numero dei contagi non accenna a diminuire, anzi, aumenta sempre più nei suoi parziali, tanto che il presidente Donald Trump un paio di giorni fa ha dovuto ammettere che sì, forse la mascherina serve ed è giusto usarla. Ha dovuto superare i 4 milioni di contagiati e raggiungere quasi 150mila decessi per capirlo.

Fuori dalla classifica deo 10 – dove si registra l'avanzata (prevista) del Sud Africa e del Messico, con il Perù che scende in classifica – la settimana trascorsa ha portato un deciso balzo in avanti della Colombia, che sopravanza anche l'Italia nel numero dei contagiati (adesso siamo quindicesimi nel mondo). Anche il Bangladesh non scherza e guadagna posizioni, salgono anche i numeri di Argentina, in forte crescita, e l'Iraq. In Cina i nuovi contagi sono in aumento rispetto alle settimane passate (il parzxiale è quasi il quadruplo della settimana precedente).

L'Olanda è riscomparsa dalla classifica, probabilmente quello della scorsa settimana era un dato errato. Ma i numeri lì sono comunque dati in ascesa, come del resto in Spagna, dove – notizia dell'ultima ora – si registra una leggera ripresa dei contagi.

Nelle prime dieci posizioni le suddivisioni per continenti sono rimaste inalterate: ci sono 3 nazioni sudamericane, 3 asiatiche, 1 europea, 1 nordamericana, 1 centramericana e 1 africana.


Il numero dei decessi, invece, vede una triste graduatoria di questo tipo: USA (146.935 +12.838), Brasile (87.004, +16.606), Regno Unito (45.837, +1.102), Messico (43.680, +9.489), Italia (35.107, +169), India (22.123, +10.648), Francia (30.007, +188), Spagna (28.432, +29), Perù (17.843, +6343), Iran (15.700,  +3.065).

Sale l'India, il Perù supera l'Iran. Per il resto i primi dieci restano gli stessi della scorsa settimana. In Italia il parziale sale. Il parziale più alto è quello del Brasile, seguito da USA, India e Messico.

Nelle prime dieci posizioni di questa classifica, che anche questa settimana è rimasta invariata rispetto a quella scorsa, ci sono: 4 nazioni europee, 2 asiatiche, 2 sudamericane, 1 nordamericana e 1 centramericana.



155° giorno - Venerdì 24 luglio 2020 

Diamo il solito sguardo i dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 245.590 (+252) / 245.338 (+306) / 245.032 (+282) / 244.752 (+129)
  • decessi totali: 35.097 (+5) / 35.092 (+10) / 35.082 (+9) / 35.073 (+15)
  • guariti totali: 198.192 (+350) / 197.842 (+214) / 197.628 (+197) / 197.431 (+269)
Tamponi effettuati: 53.334 (ieri erano stati 60.311). Persone in terapia intensiva: 46 (-3 rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.542 (ieri erano 11.642).

Lombardia
  • contagi totali: 95.768 (+53) / 95.715 (+82) / 95.633 (+51) / 95.582 (+34)
  • decessi totali: 16.801 (=) / 16.801 (+3) / 16.798 (+1) / 16.797 (+1)
  • guariti totali: 72.208 (+235) / 71.973 (+113) / 71.860 (+85) / 71.775 (+164)
Tamponi effettuati in Lombardia: 9.860 (ieri erano stati 15.086). Persone in terapia intensiva: 17 (anche ieri e l'altro ieri erano 17). Persone in isolamento domiciliare: 6.598 (ieri erano 6.785).

A Milano città sono stati registrati 11 nuovi casi (ieri erano 12).



154° giorno - Giovedì 23 luglio 2020 

Ecco i dati di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 245.338 (+306) / 245.032 (+282) / 244.752 (+129) / 244.624 (+190)
  • decessi totali: 35.092 (+10) / 35.082 (+9) / 35.073 (+15) / 35.058 (+13)
  • guariti totali: 197.842 (+214) / 197.628 (+197) / 197.431 (+269) / 197.162 (+213)
Tamponi effettuati: 60.311 (ieri erano stati 49.318). Persone in terapia intensiva: 49 (+1 rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.642 (ieri erano 11.550).

Lombardia
  • contagi totali: 95.715 (+82) / 95.633 (+51) / 95.582 (+34) / 95.548 (+56)
  • decessi totali: 16.801 (+3) / 16.798 (+1) / 16.797 (+1) / 16.796 (+8)
  • guariti totali: 71.973 (+113) / 71.860 (+85) / 71.775 (+164) / 71.611 (+147)
Tamponi effettuati in Lombardia: 15.086 (ieri erano stati 5.361). Persone in terapia intensiva: 17 (anche ieri erano 17). Persone in isolamento domiciliare: 6.785 (ieri erano 6.809).

A Milano città sono stati registrati 12 nuovi casi (ieri erano 10).



153° giorno - Mercoledì 22 luglio 2020 

Ecco i dati di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 245.032 (+282) / 244.752 (+129) / 244.624 (+190) / 244.434 (+219)
  • decessi totali: 35.082 (+9) / 35.073 (+15) / 35.058 (+13) / 35.045 (+3)
  • guariti totali: 197.628 (+197) / 197.431 (+269) / 197.162 (+213) / 196.949 (+143)
Tamponi effettuati: 49.318 (ieri erano stati 43.110). Persone in terapia intensiva: 48 (-1 rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.550 (ieri erano 11.248).

Lombardia
  • contagi totali: 95.633 (+51) / 95.582 (+34) / 95.548 (+56) / 95.492 (+33)
  • decessi totali: 16.798 (+1) / 16.797 (+1) / 16.796 (+8) / 16.788 (=)
  • guariti totali: 71.860 (+85) / 71.775 (+164) / 71.611 (+147) / 71.464 (+48)
Tamponi effettuati in Lombardia: 5.361 (ieri erano stati 5.973). Persone in terapia intensiva: 17 (ieri erano 21). Persone in isolamento domiciliare: 6.809 (ieri erano 6.818).

A Milano città sono stati registrati 10 nuovi casi (ieri erano 3).



152° giorno - Martedì 21 luglio 2020 

Vediamo i dati di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 244.752 (+129) / 244.624 (+190) / 244.434 (+219) / 244.216 (+249)
  • decessi totali: 35.073 (+15) / 35.058 (+13) / 35.045 (+3) / 35.042 (+14)
  • guariti totali: 197.431 (+269) / 197.162 (+213) / 196.949 (+143) / 196.806 (+323)
Tamponi effettuati: 43.110 (ieri erano stati 24.253). Persone in terapia intensiva: 49 (+2 rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.248 (ieri erano 11.612).

Lombardia
  • contagi totali: 95.582 (+34) / 95.548 (+56) / 95.492 (+33) / 95.459 (+88)
  • decessi totali: 16.797 (+1) / 16.796 (+8) / 16.788 (=) / 17.788 (+10)
  • guariti totali: 71.775 (+164) / 71.611 (+147) / 71.464 (+48) / 71.416 (+244)
Tamponi effettuati in Lombardia: 5.973 (ieri erano stati 4.288). Persone in terapia intensiva: 21 (erano 21 anche ieri). Persone in isolamento domiciliare: 6.818 (ieri erano 6.969).

A Milano città sono stati registrati 3 nuovi casi (ieri erano 9).

Da alcuni giorni, ma oggi più che mai, i numeri dicono che in questo momento non è più la Lombardia la zona d'Italia che influisce più di tutte sull'evoluzione del contagio del Covid-19 e sui decessi causati da questo.

Eravamo abituati a percentuali ben superiori al 50% sia per quanto riguarda i contagi sia per quanto riguarda il numero di persone morte. Oggi la percentuale dei morti lombardi rispetto a quelli italiani è pari al 7,6%.



Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dall'11 luglio 2020 (quindicesima parte)



domenica 12 luglio 2020

Coronavirus, il diario da Milano/luglio 2020_2

Diario giornaliero del Coronavirus in Italia e in particolare a Milano, a partire dal Giorno 1, quello che ha fatto registrare la prima vittima dovuta al Covid-19 (era il 21 febbraio 2020).




Quindicesima parte.






Clicca qui per andare al diario da Milano del Coronavirus dal 21° luglio 2020 (sedicesima parte)


151° giorno - Lunedì 20 luglio 2020 

Vediamo i dati di oggi, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 244.624 (+190) / 244.434 (+219) / 244.216 (+249) / 243.967 (+233)
  • decessi totali: 35.058 (+13) / 35.045 (+3) / 35.042 (+14) / 35.028 (+11)
  • guariti totali: 197.162 (+213) / 196.949 (+143) / 196.806 (+323) / 196.483 (+237)
Tamponi effettuati: 24.253 (ieri erano stati 35.525). Persone in terapia intensiva: 47 (-2 rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.612 (ieri erano 11.648).

Lombardia
  • contagi totali: 95.548 (+56) / 95.492 (+33) / 95.459 (+88) / 95.371 (+55)
  • decessi totali: 16.796 (+8) / 16.788 (=) / 17.788 (+10) / 16.778 (+3)
  • guariti totali: 71.611 (+147) / 71.464 (+48) / 71.416 (+244) / 71.172 (+140)
Tamponi effettuati in Lombardia: 4.288 (ieri erano stati 7.039). Persone in terapia intensiva: 21 (ieri erano 22). Persone in isolamento domiciliare: 6.969 (ieri erano 7.070).

A Milano città sono stati registrati 9 nuovi casi (ieri erano 4).

Otto decessi nella sola Lombardia... questo significa che non è ancora arrivato il momento di interrompere questo diario?



150° giorno - Domenica 19 luglio 2020 

Vediamo i dati di questa domenica, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 244.434 (+219) / 244.216 (+249) / 243.967 (+233) / 243.736 (+230)
  • decessi totali: 35.045 (+3) / 35.042 (+14) / 35.028 (+11) / 35.017 (+20)
  • guariti totali: 196.949 (+143) / 196.806 (+323) / 196.483 (+237) / 196.246 (+230)
Tamponi effettuati: 35.525 (ieri erano stati 48.265). Persone in terapia intensiva: 49 (-1 rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.648 (ieri erano 11.561).

Lombardia
  • contagi totali: 95.492 (+33) / 95.459 (+88) / 95.371 (+55) / 95.316 (+80)
  • decessi totali: 17.788 (=) / 17.788 (+10) / 16.778 (+3) / 16.775 (+10)
  • guariti totali: 71.464 (+48) / 71.416 (+244) / 71.172 (+140) / 71.032 (+96)
Tamponi effettuati in Lombardia: 7.039 (ieri erano stati 9.054). Persone in terapia intensiva: 22 (anche ieri erano 22). Persone in isolamento domiciliare: 7.070 (ieri erano 7.084).

A Milano sono stati registrati 4 nuovi casi (ieri erano 11).


È arrivato il giorno che tanto abbiamo aspettato per interi mesi, quello che ha fatto segnare uno "zero" nella casella dei decessi in Lombardia.

Ora aspettiamo che questo fantastico numero si replichi anche a livello nazionale.

E allora questo diario – ormai del resto ridotto a un bollettino giornaliero o poco più – potrà davvero chiudersi lì e diventare, me lo auguro davvero, il semplice ma circoscritto ricordo di un drammatico momento storico ormai consegnato al passato.

149° giorno - Sabato 18 luglio 2020

Eccoci al 22° sabato  da quando si è registrato il primo decesso in Italia per Covid-19. Diamo la nostra consueta occhiata ai  numeri mondiali di diffusione del virus, confrontati con quelli di una settimana fa (sabato 11 luglio):




  1. USA (=)                  3.647.715 contagiati          erano 3.184.722         + 462.993
  2. Brasile (=)              2.046.328 contagiati          erano 1.800.827         + 245.501
  3. India (=)                  1.038.084 contagiati               erano 820.916        + 217.168
  4. Russia (=)                764.215 contagiati              erano 719.449            +44.766
  5. Perù (=)                     345.537 contagiati              erano 319.646           + 25.891
  6. Sud Africa (+5)         337.594 contagiati              erano 250.687            + 86.907
  7. Messico (+1)              331.298 contagiati              erano 289.174           + 42.124
  8. Cile (-2)                      326.439 contagiati              erano 309.274            + 17.165
  9. Regno Unito (-2)       294.804 contagiati              erano 289.678             + 5.126
  10. Iran (-1)                      269.440 contagiati             erano 255.117           + 14.323
Seguono in classifica: Pakistan (261.917), Spagna (260.255), Arabia Saudita (245.851), Italia (243.967, + 1.328, -1), Turchia (217.799), Francia (211.943), Germania (202.355), Bangladesh (202.066), Colombia (182.140), Argentina (119.301), Canada (111.559), Qatar (105.898), Olanda (103.136), Iraq (88.171), Egitto (86.474), Cina (85.314, +322), Indonesia, Svezia, Ecuador e Kazakistan.

L'Italia scende in classifica di una posizione, anche se i nuovi contagi di questa settimana aumentano leggermente rispetto a quelli della scorsa settimana (+108). Come previsto anche la Spagna è uscita dai 10 ed è entrato il Sud Africa, anche se era difficile immaginare una scalata così repentina (la prossima settimana supererà anche il Perù, che per sua fortuna – come un po' tutto il Sudamerica è in frenata – piazzandosi nel ristretto gruppo dei 5 Paesi più contagiati al mondo).

L'unica europea ancora nella top ten è il Regno Unito, le altre nazioni (in particolare Francia e Germania) si allontanano sempre più dalle posizioni di vertice.

Non fa quasi più notizia la situazione negli USA, sempre più drammatica. L'incremento di questa settimana è impressionante. O negli Stati Uniti non ci stanno capendo niente o stanno applicando senza dirlo la teoria dell'immunità di gregge. La cosa che colpisce è che nessuno accusa apertamente l'amministrazione degli USA di incapacità, immaginiamo che cosa si direbbe se questa stessa cosa accadesse in altre parti del mondo, ad esempio in Africa...
  
La Cina va sempre più indietro, anche se i nuovi contagiati questa settimana sono raddoppiati rispetto a quella scorsa. Ma stiamo parlando di numeri davvero bassi.

Nelle retrovie continua la lenta salita dell'Argentina. Che cosa è successo in Olanda? Era uscita dalla classifica dei primi 30 Paesi e questa settimana è rientrata prepotentemente superando di slancio i 100mila contagi assoluti.

Nelle prime dieci posizioni ci sono: ci sono 3 nazioni sudamericane, 3 asiatiche, 1 europea, 1 nordamericana, 1 centramericana e 1 africana.


Il numero dei decessi, invece, vede una triste graduatoria di questo tipo: USA (134.097, +5.169), Brasile (70.398, +7.453), Regno Unito (44.735, +583), Messico (34.191, +4.119), Italia (34.938, +90), Francia (30.007, +148), Spagna (28.403, +17), India (22.123, +4.150), Iran (12.635,  +1.156), Perù (11.500, +1.299).

Il Messico ha sopravanzato l'Italia, che ora è la quinta nazione più martoriata al mondo dal Covid-19 (anche se in Italial'aumento dei decessi è stato superiore a quello della scorsa settimana: +8).

Se il Sudamerica ha frenato come numero di contagi, non lo ha fatto dal punto di vista dei decessi, dove restanoa lti, anzi aumentano, sia in Brasile sia in Perù

Nelle prime dieci posizioni di questa classifica, che anche questa settimana è rimasta invariata rispetto a quella scorsa, ci sono: 4 nazioni europee, 2 asiatiche, 2 sudamericane, 1 nordamericana e 1 centramericana.

Segno forse che in Europa dichiariamo con maggiore attenzione (e precisione) i decessi dovuti al Covid-19?


Passiamo ai dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 244.216 (+249) / 243.967 (+233) / 243.736 (+230) / 243.506 (+162)
  • decessi totali: 35.042 (+14) / 35.028 (+11) / 35.017 (+20) / 34.997 (+13)
  • guariti totali: 196.806 (+323) / 196.483 (+237) / 196.246 (+230) / 196.016 (+575)
Tamponi effettuati: 48.265 (ieri erano stati 50.767). Persone in terapia intensiva: 50 (lo stesso numero di ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.561 (ieri erano 11.653).

Lombardia
  • contagi totali: 95.459 (+88) / 95.371 (+55) / 95.316 (+80) / 95.236 (+63)
  • decessi totali: 17.788 (+10) / 16.778 (+3) / 16.775 (+10) / 16.765 (+5)
  • guariti totali: 71.416 (+244) / 71.172 (+140) / 71.032 (+96) / 70.936 (+475)
Tamponi effettuati in Lombardia: 9.054 (ieri erano stati 9.911). Persone in terapia intensiva: 22 (anche ieri erano 22). Persone in isolamento domiciliare: 7.084 (ieri erano 7.240).

A Milano sono stati registrati 11 nuovi casi (ieri erano 3).


Insomma, sono ormai giorni e giorni siamo in una fase di stallo: un giorno i numeri scendono leggermente e l'altro salgono altrettanto leggermente. Ma di fatto su numero di contagi e numero di deceduti si resta più o meno sempre lì, l'idea che la discesa sia ormai intrapresa in modo definitivo la dobbiamo rimandare ad altri momenti.




148° giorno - Venerdì 17 luglio 2020


Questi i dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 243.967 (+233) / 243.736 (+230) / 243.506 (+162) / 243.344 (+114)
  • decessi totali: 35.028 (+11) / 35.017 (+20) / 34.997 (+13) / 34.984 (+17)
  • guariti totali: 196.483 (+237) / 196.246 (+230) / 196.016 (+575) / 195.441 (+335)
Tamponi effettuati: 50.767 (ieri erano stati 50.432). Persone in terapia intensiva: 50 (3 in meno rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.653 (ieri erano 11.670).

Lombardia
  • contagi totali: 95.371 (+55) / 95.316 (+80) / 95.236 (+63) / 95.173 (+30)
  • decessi totali: 16.778 (+3) / 16.775 (+10) / 16.765 (+5) / 16.760 (+3)
  • guariti totali: 71.172 (+140) / 71.032 (+96) / 70.936 (+475) / 70.461 (+86)
Tamponi effettuati in Lombardia: 9.911 (ieri erano stati 10.727). Persone in terapia intensiva: 22 (ieri erano 23). Persone in isolamento domiciliare: 7.240 (ieri erano 7.322).

A Milano sono stati registrati 3 nuovi casi (ieri erano 13).




147° giorno - Giovedì 16 luglio 2020


Questi i dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 243.736 (+230) / 243.506 (+162) / 243.344 (+114) / 243.230 (+169)
  • decessi totali: 35.017 (+20) / 34.997 (+13) / 34.984 (+17) / 34.967 (+13)
  • guariti totali: 196.246 (+230) / 196.016 (+575) / 195.441 (+335) / 195.106 (+178)
Tamponi effettuati: 50.432 (ieri erano stati 48.449). Persone in terapia intensiva: 53 (4 in meno rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.670 (ieri erano 11.639).

Lombardia
  • contagi totali: 95.316 (+80) / 95.236 (+63) / 95.173 (+30) / 95.143 (+94)
  • decessi totali: 16.775 (+10) / 16.765 (+5) / 16.760 (+3) / 16.757 (+9)
  • guariti totali: 71.032 (+96) / 70.936 (+475) / 70.461 (+86) / 70.375 (+78)
Tamponi effettuati in Lombardia: 10.727 (ieri erano stati 10.426). Persone in terapia intensiva: 23 (anche ieri erano 23). Persone in isolamento domiciliare: 7.322 (ieri erano 7.335).

A Milano sono stati registrati 13 nuovi casi (ieri erano 10).





146° giorno - Mercoledì 15 luglio 2020


Questi i dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 243.506 (+162) / 243.344 (+114) / 243.230 (+169) / 243.061 (+234)
  • decessi totali: 34.997 (+13) / 34.984 (+17) / 34.967 (+13) / 34.954 (+9)
  • guariti totali: 196.016 (+575) / 195.441 (+335) / 195.106 (+178) / 194.928 (+349)
Tamponi effettuati: 48.449 (ieri erano stati 41.867). Persone in terapia intensiva: 57 (3 in meno rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 11.639 (ieri erano 12.082).

Lombardia
  • contagi totali: 95.236 (+63) / 95.173 (+30) / 95.143 (+94) / 95.049 (+77)
  • decessi totali: 16.765 (+5) / 16.760 (+3) / 16.757 (+9) / 16.748 (+8)
  • guariti totali: 70.936 (+475) / 70.461 (+86) / 70.375 (+78) / 70.297 (+277)
Tamponi effettuati in Lombardia: 10.426 (ieri erano stati 5.636). Persone in terapia intensiva: 23 (ieri erano 27). Persone in isolamento domiciliare: 7.335 (ieri erano 7.749).

A Milano sono stati registrati 10 nuovi casi (ieri erano 6).





145° giorno - Martedì 14 luglio 2020


Vediamo come di consueto i dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 243.344 (+114) / 243.230 (+169) / 243.061 (+234) / 242.827 (+188)
  • decessi totali: 34.984 (+17) / 34.967 (+13) / 34.954 (+9) / 34.945 (+7)
  • guariti totali: 195.441 (+335) / 195.106 (+178) / 194.928 (+349) / 194.579 (+306)
Tamponi effettuati: 41.867 (ieri erano stati 23.933). Persone in terapia intensiva: 60 (5 in meno rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 12.082 (ieri erano 12.324).

Lombardia
  • contagi totali: 95.173 (+30) / 95.143 (+94) / 95.049 (+77) / 94.972 (+67)
  • decessi totali: 16.760 (+3) / 16.757 (+9) / 16.748 (+8) / 16.740 (+4)
  • guariti totali: 70.461 (+86) / 70.375 (+78) / 70.297 (+277) / 70.020 (+192)
Tamponi effettuati in Lombardia: 5.636 (ieri erano stati 6.482). Persone in terapia intensiva: 27 (ieri erano 30). Persone in isolamento domiciliare: 7.749 (ieri erano 7.813).

A Milano sono stati registrati 6 nuovi casi (anche ieri erano 6).

Da domani non sarà più obbligatorio indossare le mascherine all'aperto, a meno che non si sia impossibilitati a mantenere le distanze di sicurezza. Una decisione annunciata oggi dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che più che dettare una regola prende atto del fatto che in giro, nelle strade, solo una stretta minoranza di persone ancora osservava questo divieto...




144° giorno - Lunedì 13 luglio 2020


Vediamo come di consueto i dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 243.230 (+169) / 243.061 (+234) / 242.827 (+188) / 242.639 (+276)
  • decessi totali: 34.967 (+13) / 34.954 (+9) / 34.945 (+7) / 34.938 (+12)
  • guariti totali: 195.106 (+178) / 194.928 (+349) / 194.579 (+306) / 194.273 (+295)
Tamponi effettuati: 23.933 (ieri erano stati 38.259). Persone in terapia intensiva: 65 (3 in meno rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 12.324 (ieri erano 12.335).

Lombardia
  • contagi totali: 95.143 (+94) / 95.049 (+77) / 94.972 (+67) / 94.905 (+135)
  • decessi totali: 16.757 (+9) / 16.748 (+8) / 16.740 (+4) / 16.736 (+6)
  • guariti totali: 70.375 (+78) / 70.297 (+277) / 70.020 (+192) / 69.828 (+145)
Tamponi effettuati in Lombardia: 6.482 (ieri erano stati 9.545). Persone in terapia intensiva: 30 (ieri erano 31). Persone in isolamento domiciliare: 7.813 (ieri erano 7.813).

A Milano sono stati registrati 6 nuovi casi (ieri erano 5).



143° giorno - Domenica 12 luglio 2020


Vediamo come di consueto i dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 243.061 (+234) / 242.827 (+188) / 242.639 (+276) / 242.363 (+214)
  • decessi totali: 34.954 (+9) / 34.945 (+7) / 34.938 (+12) / 34.926 (+12)
  • guariti totali: 194.928 (+349) / 194.579 (+306) / 194.273 (+295) / 193.978 (+338)
Tamponi effettuati: 38.259 (ieri erano stati 45.931). Persone in terapia intensiva: 68 (1 in più rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 12.335 (ieri erano 12.410).

Lombardia
  • contagi totali: 95.049 (+77) / 94.972 (+67) / 94.905 (+135) / 94.770 (+119)
  • decessi totali: 16.748 (+8) / 16.740 (+4) / 16.736 (+6) / 16.730 (+5)
  • guariti totali: 70.297 (+277) / 70.020 (+192) / 69.828 (+145) / 69.683 (+217)
Tamponi effettuati in Lombardia: 9.545 (ieri erano stati 7.055). Persone in terapia intensiva: 31 (ieri erano 29). Persone in isolamento domiciliare: 7.813 (ieri erano 8.010).

A Milano sono stati registrati 5 nuovi casi (ieri erano 15).




142° giorno - Sabato 11 luglio 2020

Eccoci a un altro sabato, il 21° da quando si è registrata la prima persona morta in Italia per Covid-19. Diamo la nostra consueta occhiata ai  numeri mondiali di diffusione del virus, confrontati con quelli di una settimana fa (sabato 4 luglio):




  1. USA (=)                  3.184.722 contagiati          erano 2.815.156         + 369.566
  2. Brasile (=)              1.800.827 contagiati          erano 1.539.081         + 261.746
  3. India (+1)                  820.916 contagiati               erano 648.315        + 172.601
  4. Russia (-1)                719.449 contagiati              erano 673.564            +45.885
  5. Perù (=)                     319.646 contagiati              erano 295.599           + 24.047
  6. Cile (=)                      309.274 contagiati              erano 288.089            + 21.185
  7. Regno Unito (=)       289.678 contagiati              erano 285.788             + 3.890
  8. Messico (+1)              289.174 contagiati              erano 245.251           + 43.923
  9. Iran (+2)                      255.117 contagiati             erano 237.878           + 17.239
  10. Spagna (-2)                253.908 contagiati              erano 250.545             + 3.363
Seguono in classifica: Sud Africa (250.687), Pakistan (246.351), Italia (242.639, + 1.220, -3), Arabia Saudita (226.486), Turchia (210.965), Francia (208.015), Germania (199.592), Bangladesh (181.129), Colombia (133.973), Canada (108.984), Qatar (102.630), Argentina (94.060), Cina (84.992, +142), Egitto, Svezia, Indonesia, Iraq, Ecuador e Bielorussia.

La notizia più eclatante è che l'Italia non è più tra i dieci Paesi più colpiti al mondo dal Covid-19. Perde tre posizioni e la prossima settimana, se questo trend verrà confermato, scenderà ulteriormente in classifica.

La fase di ascesa dei contagi in USA non è ancora finita, mentre in Brasile – il cui presidente Jair Bolsonaro, negazionista, in settimana ha prima annunciato e poi smentito di essere risultato positivo al coronavirus – la situazione sembra essersi stabilizzata (con numeri sempre altissimi, però). L'India, in ascesa, supera la Russia, in calo, e sale sul triste podio occupato da Paesi del mondo più contagiati.

Sale ancora il Messico, a conferma che il continente americano è quello in assoluto più colpito del mondo e torna nei dieci l'Iran, che supera in un colpo solo Italia e Spagna, anche quest'ultima destinata a scendere ulteriormente in graduatoria. Anche perché dietro sale prepotentemente il Sud Africa: con tutta probabilità il continente africano la prossima settimana avrà per la prima volta un proprio esponente nella top-ten.

Nelle prime dieci posizioni ci sono: ci sono 3 nazioni sudamericane, 3 asiatiche, 2 europee, 1 nordamericana e 1 centramericana.


Il numero dei decessi, invece, vede una triste graduatoria di questo tipo: USA (134.097, +4.588), Brasile (70.398, +8.514), Regno Unito (44.735, +519), Italia (34.938, +84), Messico (34.191, +4.348), Francia (30.007, +111), Spagna (28.403, +18), India (22.123, +3.468), Iran (12.635,    +1.227), Perù (11.500, +1.274).

Sotto il migliaio ci sono solo le europee.

Nelle prime dieci posizioni di questa classifica, che è rimasta invariata rispetto alla scorsa settimana, ci sono: 4 nazioni europee, 2 asiatiche, 2 sudamericane, 1 nordamericana e 1 centramericana.


Passiamo ai dati del giorno, confrontati con quelli dei tre giorni precedenti.

Italia 
  • contagi totali: 242.827 (+188) / 242.639 (+276) / 242.363 (+214) / 242.149 (+193)
  • decessi totali: 34.945 (+7) / 34.938 (+12) / 34.926 (+12) / 34.914 (+15)
  • guariti totali: 194.579 (+306) / 194.273 (+295) / 193.978 (+338) / 193.640 (+825)
Tamponi effettuati: 45.931 (ieri erano stati 47.953). Persone in terapia intensiva: 67 (3 in più rispetto a ieri). Persone in isolamento domiciliare: 12.410 (ieri erano 12.519).

Lombardia
  • contagi totali: 94.972 (+67) / 94.905 (+135) / 94.770 (+119) / 94.651 (+71)
  • decessi totali: 16.740 (+4) / 16.736 (+6) / 16.730 (+5) / 16.725 (+12)
  • guariti totali: 70.020 (+192) / 69.828 (+145) / 69.683 (+217) / 69.466 (+673)
Tamponi effettuati in Lombardia: 7.055 (ieri erano stati 11.505). Persone in terapia intensiva: 29 (ieri erano 27). Persone in isolamento domiciliare: 8.010 (ieri erano 8.124).

A Milano sono stati registrati 15 nuovi casi (ieri erano 17).




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